Mi riesce difficile descrivere anche solo le sensazioni provate guardando quegli acquarelli, sono letteralmente sprofondato dentro quelle tavole.
Dopo qualche minuto mi sono accorto che le stavo misurando centimetro per centimetro con il naso letteralmente appiccicato al vetro e gli occhiali in mano. Il tutto sotto lo sguardo attonito di una signora in uniforme che mi ha detto «Ora le accendo le altre luci, sa... mandano molto caldo e ogni tanto le spengiamo...»
Io ho fatto un cenno di ringraziamento senza neanche staccare il viso dal vetro, sembravo di fronte a quelle stampe computerizzate in cui puoi "entrare" tenendo fisso lo sguardo...
Un'ora dopo sono uscito con la testa che mi girava ( e non per lo sforzo della visione senza occhiali) e un po' di angoscia nel petto. Dovevo rientrare per terminare un libro ad acquarelli.
Ad acquarelli! Mi sentivo come uno che è appena andato a vedere un gran premio di formula 1 e sta tornando a casa in Cinquecento.
Poi, fortunanatmente, come dopo certi parti complicati, ho dimenticato un po' tutto e ha prevalso la felicità del disegnare...

