Va bene, la sbornia acrilica per il momento è passata, contratti firmati e scadenze in rapido avvicinamento mi hanno fatto tornare improvvisamente sobrio.
Ricomincio con i miei amati acquarelli ma sento che la “cura acrilica” ha influenzato inevitabilmente anche il mio modo di colorare ad acquarelli
Bombo mi diceva di fare un tutorial sugli acrilici, ancora non me la sento, sono troppo novellino, ma se vi va eccone uno sul mio ritorno all’acquarello con una procedura nuova di zecca ideata, appunto, tenendo a mente alcune cose del lavoro ad acrilici. Ho fotografato le varie fasi con la mia digitale, le immagini non sono un gran che, spero siano leggibili.

Per iniziare faccio il solito bozzetto veloce a matita colorata definito poi a matita nera grassa sullo stesso foglio.
Poi passo il


disegno su carta da acquarello fabriano artistico (su tavolo luminoso) con tratto finissmo azzurrino e ombreggio la scena con grigi e terre (sui visi) fino ad ottenere un giusta tridimensionalità (è la parte più lunga).
Coloro velocemente con tinte molto diluite (mi aiuto anche con ecoline) preparate su recipienti e forme per cubetti di ghiaccio (usate a mo’ di tavolozza), cercando di t

enerle ben piatte e sature avendo già dato tutte le sfumature che dovrà avere il disegno, che infatti riemergono fondendosi con il colore. Essendo illustrazioni abbastanza piccole (20x30) uso dei pennelli medi.
Mi sarebbe piaciuto definire le figure con un tratto più fine ma, per ragioni d

i continuità con un libro della serie fatto in precedenza che aveva il tratto nero forte, rifinisco tutto con la brush pen spezzando molto il tratto.
Ed ecco altre due immagini dello stesso libro. In quella del bagno ho cercato di fare un omaggio agli impareggiabili leggendari, solidi spruzzi d’acqua di Calvin & Hobbes di Bill Watterson.