
Era da un sacco di tempo che ero in cerca della "brush pen" della Pentel. L'avevo vista nel famoso negozietto di articoli per disegnatori di Angouleme e, trovandola un po' cara, non mi ero deciso a prenderla. Ho passato gli ultimi mesi a rimpiangere questo mio attacco di taccagneria. Qui da me non esiste un negozio che l'abbia sentita almeno nominare, ho cercato anche a Bologna e Roma ma senza esito. Finchè, con abile corteggiamento tramite e-mail, non ho convinto la responsabile del marketing della Pentel Italia che - sebbene non fosse nella politica della casa - ci avrebbero fatto una gran bella figura a vendermene alcune direttamente a me. Senza passare da negozi che, nel migliore dei casi,
«possiamo forse ordinare l'articolo nella prossima spedizione dell'autunno o quella dopo, dipende se ne ordina un certo quantitativo sennò non ci conviene che quelle che non prende lei ci restano sicuramente sul groppone che questa qui non la vuole mica nessuno che una volta ce l'hanno mandata per sbaglio ma gliel'abbiamo rimandata che non si vende mica».
Sabato mi è arrivato il pacchettino via corriere e io mi sono sentito felice come un bambino. Felice come Giovanni che, assorto e concentrato, è riuscito ad infilarsi i sandali da solo. Mentre io cercavo di fermare questa piccola felicità sul mio quadernetto di schizzi.
Con la brushpen, ovviamente.