
Si, ecco, voi penserete che sia una frasuccia "pelosa" per catalizzare complimenti. Ma è esattamente ciò che penso di me. Senza false modestie.
Disegnare è una cosa che mi è aliena, faticosa e, credo, fisicamente dannosa.
E' ciò che mi rimbalza in mente ogni volta che mi metto

di fronte a un foglio bianco. E' quello che mi ripeto durante le faticose ore in cui, malgrado ciò, la pagina si riempie di segni.
Ma è proprio questa fatica che mi riconcilia con il mio non saper disegnare. Vedere come si riesca in qualche modo ad addomesticare una mano "selvatica" masticando ore, imprecazioni e sudore. Con il fumetto tutto ciò raggiunge il culmine (sia in termine di fatica che di insoddisfazione). Con l'illustrazione in qualche modo comincio ad avere qualche "meccanismo" che mi viene naturale, ma con il fumetto no. E' pura fatica dall'inizio alla fine, uno sforzo immane, che sta tra il trasloco e il parto. E' un eterno ricominciare da zero.
Eppure tra tutte le imprecazioni mai una volta mi è venuto da dire: «Ma chi me lo fa fare!»
Come promesso ecco qualche matita della storia di Elia. Consideratelo un mio augurio di Buon Natale.
